Degustando il Soave nelle sue molteplici versioni e parlando dei suoi abbinamenti con cibo, non c'è niente di più facile che ispirarsi alla cucina tipica del Veneto.
L'abbinamento tradizionale infatti, seguendo abitudini tramandate da generazione in generazione, vede abbinati a piatti tipici, i vini locali. Sembra essere il modo migliore per esaltare il gusto del vino valorizzando anche il cibo. D'altra parte, un tempo, poiché erano limitate le possibilità di reperire i prodotti al di fuori delle comunità in cui si viveva, diventava necessario sfruttare i beni a disposizione, e, molti di quegli antichi sapori sono ancora oggi sconosciuti a parecchia gente.
Non è proprio così per quanto riguarda il BACCALA' ALLA VICENTINA che, anche se non famosissimo, rientra tra le ricette Venete più popolari e prelibate.
I veneti parlano di Baccalà ma in effetti intendono lo stoccafisso. La differenza sta esclusivamente nel diverso trattamento che subisce il merluzzo. Nel primo caso infatti, questo pesce viene conservato sotto sale e, nel secondo, viene essiccato all'aria aperta.
La principale caratteristica dello stoccafisso è quella del suo sapore particolarmente intenso.
L'antica ricetta prevede una lunga cottura con il latte e le cipolle. Questi ingredienti contribuiscono ad ammorbidirne il gusto ma non abbastanza da renderlo facilmente abbinabile ad un vino, il cui compito principale dovrà essere proprio quello di resistere al sapore così deciso dello stoccafisso, ripulendo nello stesso tempo la bocca dalle sensazioni di grassezza prodotte dal latte, dall'olio e dal formaggio impiegati nella cottura. Gli abbinamenti ideali sono dei vini bianchi che abbiano una buona acidità, oppure dei vini rossi giovani con le stesse caratteristiche.
La PATISSADA DE CAVAL è una delle ricette venete meno conosciute. Si tratta di uno stracotto di cavallo, cotto per ore nel vino.
Una leggenda narra che la sua ricetta abbia origine da una battaglia che vide protagonisti gli ostrogoti, nei pressi di S.Martino. In quell'occasione venne fatta strage di cavalli e, gli abitanti del posto, per non distruggere tutta la carne, la misero sottovino per conservarla e cuocerla successivamente, inventando appunto questa ricetta.
Un'altra curiosità del luogo sono le Lumache, in dialetto I BOGONI, che vengono impiegati in molti piatti tradizionali della Val d'Illasi. Ogni anno, il 30 novembre, a Badia Calavena si tiene l'antica fiera dei Bodoni.
Il formaggio MONTE VERONESE, prende il nome dalla zona in cui viene prodotto e cioè le montagne a ridosso di Verona, la Lessinia, e la sua origine risale a più di ottocento anni fa. Per secoli i metodi impiegati per la sua produzione sono rimasti invariati. E' un formaggio a pasta semicotta prodotto esclusivamente con il latte di vacca.
Il suo gusto è delicato e gradevole e può essere consumato come formaggio da tavola, con una stagionatura che va dai 25 ai 40 giorni; oppure da grattugia, con una stagionatura minima di 6 mesi, fino a 2 anni. In quest'ultimo caso il suo gusto tende leggermente al piccante.
Sono moltissime le ricette venete che vedono impiegati i piselli. Sembra che la coltura di questo legume proveniente dall'Oriente, venne introdotta nella regione intorno all'anno Mille dai Monaci Benedittini. Grazie al suolo ed al clima, ha trovato un habitat ideale e, tali elementi hanno spesso favorito la produzione precoce di questo legume. Si racconta infatti che veniva richiesto dai Dogi di Venezia per il banchetto della festa di San Marco il 25 aprile.
La coltivazione anche se remunerativa, era parecchio ardua a causa delle condizioni disagevoli in cui si doveva lavorare poiché spesso, per coltivare dei terreni con la giusta esposizione ci si trovava a lavorare in punti scoscesi e pericolosi, dove l'unico passaggio permesso era a piedi. Ciò voleva significare il carico a spalla dei prodotti.
Il risultato era però l'orgoglio di tutta la popolazione.
Il suo impiego in cucina, in primavera, era quello del caratteristico piatto, riso e bisi. Più che di un risotto si parla effettivamente di una minestra la cui preparazione richiedeva la presenza di una grande quantità di piselli, proprio come dice il detto "ad ogni riso un biso".
Abbiamo degustato Il Soave Classico superiore Monte Alto dell'Azieda Cà Rugate ed il Soave Classico Monte Grande dell'Azienda Pra, in abbinamento ad una frittata di piselli ed una pizza con le verdure.
Alla tendenza dolce delle uova, accentuata dalla presenza dei piselli, si contrappongono le catteristiche di freschezza e sapidità dei vini in degustazione, creando un giusto equilibrio.
L'aromaticità invece del peperoncino presente nella pizza con le verdure ben si accompagna con i profumi di questi vini.
Nel caso dei cibi dolci è necessario che il gusto sia in armonia con la morbidezza del vino e, di conseguenza, il migliore abbinamento è con i vini dolci.
Abbiamo proposto un'antica ricetta veneta, la TORTA SABBIOSA (la cui ricetta è qui accanto), che abbiamo accompagnato con il Recioto di Soave Classico dell'azienda Coffele.
Un'altra antica ricetta veneta è quella della salsa Pearà che viene ancora oggi preparata per insaporire il bollito. Si racconta che un cuoco veronese, in servizio alla corte dei Longobardi, inventò questa salsa per far tornare l'appetito alla Regina Rosmunda dopo che il marito l'aveva obbligata a bere nel teschio di suo padre.
La salsa Pearà si prepara...
...con il brodo non sgrassato di un pezzo di manzo lesso, seguendo queste indicazioni:
- prendere il pane raffermo e renderlo biscotto in forno;
- far sciogliere a fuoco lento, in una pentola il midollo di bue; aggiungere un mestolo di brodo bollente per persona;
- dopo qualche minuto di bollitura, versare un pugno di pane grattugiato a persona e lasciare bollire lentamente per circa due ore;
- un quarto d'ora prima di ritirarla dal fuoco, aggiungere il pepe.
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