16 dicembre 2003
Panettone & Moscato
Aria di Festa!
si ringrazia
 
*** PANETTONE MILANESE ***
(realizzato da "Favole di Pane" - Roma)
800g farina bianca 150g burro
15g lievito 2 uova intere
4 albumi 400g zucchero
80g canditi 50g uva sultanina
60ml latte un pizzico di sale
In una ciotola sciogliere il lievito e un quarto della farina nel latte tiepido. Dare all'impasto una forma arrotondata, coprirlo con un tovagliolo e lasciarlo lievitare, in un luogo asciutto e non freddo, per tutta la notte.
Il giorno dopo riprendere l'impasto, lavorarlo a lungo sulla spianatoia con 100g di farina e qualche goccia di acqua tiepida; poi coprirlo con un tovagliolo e farlo lievitare al caldo per circa 2 ore.
A questo punto ripetere l'operazione usando altri 100 g di farina e aggiungendo acqua tiepida quanto basta per rendere l'impasto morbido ed elastico. Farlo lievitare per circa 3 ore. Nel frattempo far rinvenire l'uvetta in acqua tiepida
  per almeno 20 minuti.
Poco prima di riprendere l'impasto far sciogliere il burro in un tegamino su fiamma molto bassa per evitare che frigga, lasciandone da parte un po' per ungere la tortiera; poi sciogliere anche lo zucchero e un pizzico di sale in poca acqua, sempre su fiamma molto bassa, aggiungendo, lontano dal fuoco, le uova intere ed i bianchi. Imburrare una pirofila da forno alta e stretta.
Riprendere adesso l'impasto e tornare a lavorarlo con il resto della farina aggiungendo, poco alla volta, il burro sciolto e il miscuglio di zucchero e uova. Lavorare a lungo l'impasto inserendoci verso la fine anche le uvette, ben strizzate ed infarinate e i cubetti di frutta candita. Disporlo nella pirofila, coprirlo con un tovagliolo e lasciarlo lievitare per almeno 3 ore.
Accendere il forno e regolarlo su 180°C. Mettere il dolce in forno solo quando la temperatura è quella giusta e farlo cuocere per circa 45 minuti o fino a quando si è ben colorato o la superficie è diventata bruna. Farlo raffreddare a testa in giù per evitare che le uvette e i canditi si depositino sul fondo.
 
*** PASTIERA NAPOLETANA ***
(realizzata da Sebastiana)
Per la pasta frolla:400g farina, 4 tuorli d'uovo, 200g zucchero, 200g sugna, 2 pizzichi sale
Per il grano:200g grano bagnato,1 cucchiaio zucchero, buccia arancia grattugiata, 300g latte,1 bustina di vaniglia,1 cucch.sugna,1 pizzico sale
Per il ripieno:250g ricotta di pecora,3 tuorli d'uovo e 2 chiare,1 pizzico di cannella,150g zucchero,1 fialetta di essenza di arancio,1 pizzico sale
- La pastiera deve riposare per 24 ore prima di essere mangiata e può essere cosparsa di zucchero a velo. Non deve essere tolta dalla teglia.
- Prima di tutto occorre far cuocere il grano con il latte, la sugna, lo zucchero, la vaniglia, buccia di arancia grattugiata e il pizzico di sale. Mescolare spesso per evitare che si attacchi al fondo della pentola. Il composto deve diventare cremoso, i chicchi di grano quasi sfatti. Lasciare raffreddare.
- Preparare la pasta frolla impastando velocemente tutti gli ingredienti indicati e lasciarla riposare in frigorifero per almeno mezz'ora.
 
--------------------------
- Passare al setaccio la ricotta, raccoglierla in una ciotola capiente e mescolare bene con lo zucchero finchè sia sciolto (si può usare lo zucchero "Zefiro" perchè è molto più fino e solubile). Incorporare uno alla volta i tuorli d'uovo e, sempre mescolando, il grano cotto nel latte, l'essenza di arancia, la cannella, il sale e infine, mescolando delicatamente, le chiare montate a neve.
- Con un pò meno dei 2/3 della pasta foderare una teglia (24/26 cm di diametro, la teglia deve essere sottile. Vanno bene le teglie usa e getta di alluminio), e riempirla con il composto di ricotta. Con il resto della pasta frolla formare delle strisce sottili e larghe 2 cm e appoggiarle sul ripieno incrociandole tra loro in modo da lasciare scoperti degli spazi come una griglia.
- Mettere la pastiera in forno tiepido e cuocere a calore moderato fino a che la pasta non sia cotta e il ripieno asciugato.

MOSCATO D'ASTI 2002
DOC PIEMONTE
PAOLO SARACCO
5% vol.
MOSCATO SPUMANTE VENDEMMIA TARDIVA 2002
CASCINA FONDA-BARBERO
6,5% vol.
MOSCATO DI TRANI 2002
DOC MOSCATO DI TRANI
AZIENDA VINICOLA BOTTA
14% vol.
CAPITOLIUM 1999
IGT LAZIO MOSCATO DI TERRACINA PASSITO
CANTINA S.ANDREA di Borgo Vodice
13,5% vol.

Buon Natale e Felice 2004
dai Sommelier de
il Baccanale Romano

Panettone, Pandoro e Pastiera, tre dolci che evocano festività, natale e pasqua, e tipici prodotti del loro territorio.
Dire Panettone è dire Milano e Lombardia, dire Pandoro è dire Verona, dire Pastiera è dire Napoli e la Campania.

NB: il testo questa volta è incredibilmente a cura del Presidente Massimo Sala...


IL PANETTONE
      Il panettone è un dolce tipico lombardo, che ormai ha raggiunto notorietà in tutto il territorio nazionale.
      Si hanno notizie del panettone già nel 1500 e ci sono varie leggende legate alla sua origine. La più accreditata vuole che alla Corte di Lodovico il Moro si tenesse un importante banchetto. Il cuoco aveva cucinato un dolce strepitoso ma, al momento di sfornarlo, lo trovò bruciato. Ci fu grande panico in cucina, finché non ci fu la proposta di un garzone di servire, per rimediare in qualche modo, un dolce da lui preparato con in resti di cucina, gli avanzi di burro, frutta candita, zucchero e farina. Il cuoco, non avendo altra scelta accettò. Gli ospiti restarono impressionati dal profumo e dal gusto del dolce e chiesero al Duca chi lo avesse fatto e come si chiamava quella prelibatezza.
      Il Duca, informato che il garzone si chiamava Toni, chiamò il dolce il "Pan dè Toni" che poi nella tradizione popolare divenne il panettone.
      Un'altra leggenda, un po' più romantica, rinvia l'origine del panettone al dolce inventato dal nobile Ughetto degli Attellani, che innamorato di una bella fanciullo, figlia di un fornaio, si finse garzone ed inventò il dolce che fece la fortuna del forno e la sua, perché potette sposare l'amata.
      Una leggenda, che affonda le radici nella tradizione popolare è quella che lega le origini del panettone alla cerimonia del Ciocco. Durante le feste di natale il padrone di casa sovrintendeva alla cottura di un grosso pane e prima della cottura vi incideva una croce in segno di benedizione (tradizione che resta tra coloro che producono pane in casa ed in molti forni). Il pane grande veniva consumato dalla famiglia dopo la cerimonia del Ciocco, che vedeva il capofamiglia, dopo essersi fatto il segno della croce, prendere un grosso ceppo ed adagiarlo sul camino sopra un fascio di ginepro. Versava poi il vino e, dopo averlo spruzzato sulle fiamme lo sorseggiava passandolo agli altri membri della famiglia.Il capofamiglia gettava poi una moneta sul ceppo e poi distribuiva monete a tutti i presenti. Alla fine venivano presentati tre grandi pani di frumento ed egli ne tagliava solennemente una piccola parte che veniva riposta per il natale successivo.
      La cerimonia era piena di significati simbolici (l'albero del bene e del male, il fuoco purificatore come il Cristo, la Trinità). Resta di questa cerimonia il pangrande, attuale Panettone.
il presidente del Baccanale
il Presidente Massimo Sala
      Il panettone è preparato con farina, burro, tuorli d'uovo e frutta candita con uva sultanina e zucchero. La lavorazione prevede tre fasi di lavorazione e lievitazione della pasta. L'impasto ha un sapore dolce bilanciato dal lieve amaro della crosta.

IL PANDORO
      La nascita del Pandoro viene fatta risalire al tempo della repubblica Veneta del '500, quando si servivano, alle tavole dei nobili, dei dolci a forma conica ricoperti di foglie d'oro chiamati "Pan de Oro". Altre leggende lo fanno risalire ad un dolce a forma di stella che i veronesi mangiavano a natale il Nadalin.
      Verona faceva parte dell'impero austriaco ed il dolce aveva una stretta somiglianza con il pan di Vienna o la pasta brioche francese.
      Il nome Pandoro deriverebbe dal colore giallo intenso dato alla pasta dalla presenza di molte uova. Il pandoro veronese è composta da farina, zucchero, lievito tuorli d'uovo e burro. Prima di consumarlo viene cosparso di zucchero a velo. Il sapore rispetto al panettone è più grasso e pieno.

Il Panettone ed il Pandoro possono essere di produzione industriale e di produzione artigianale.
Quelli degustati questa sera durante il Baccanale sono di produzione artigianale, offerti dal forno FAVOLE DI PANE di Via Catania n.79 a Roma .

LA PASTIERA
      La pastiera, realizzata dalla nostra amica Sebastiana, ha anch'essa varie ipotesi di origine. Una vuole che derivi da un dolce che le sacerdotesse di Cerere portavano in processione per celebrare il ritorno della primavera.
      Il grano misto a ricotta potrebbe derivare dal pane di farro delle nozze romane (dette appunto Conferratio). Un'altra ipotesi la fa derivare dalle focacce rituali a base di latte e miele che i catecumeni ricevevano la notte di Pasqua ai tempi di Costantino.
      L'attuale versione sembra derivi da quanto fatto da un ignota monaca, la quale preparò un dolce in cui fosse simboleggiata la resurrezione unita al profumo dei fiori d'arancio del giardino del convento. Mescolò una manciata di grano (che germoglia e risorge) alla ricotta ed aggiunse le uova, simbolo della vita, aggiunse l'acqua di mille fiori, il cedro e le spezie aromatiche. Una cosa è certa, che le suore del convento di S.Gregorio Armeno erano considerate mastre nella confezione della Pastiera.
      La Pastiera va preparata alcuni giorni prima, non più tardi del venerdì santo, per permettere agli aromi di amalgamarsi.
      La Pastiera e la Cassata siciliana sembrano avere la stessa origine, hanno infatti la stessa forma ed il ripieno a base di ricotta e zucchero, la pasta frolla che in Sicilia diventa pan di Spagna e si arricchisce di glassa e canditi. La cassata era però priva di glassa e canditi fino al 1896 quando il pasticcere Gulì pensò di abbellirla, ne resta ancora priva quella al forno.
WEBMASTER LLR
[HOME PAGE]

[GLOSSARIO]
Best view IE5+ 1024x768