20 febbraio 2004 Pallagrello & Casavecchia Alla riscoperta di antichi vitigni campani |
si ringraziano La Baronia Alois Coop.Casavecchia Castello Ducale |
La
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Viaggio nell'agro casertano, antica terra di lavoro a cura del Mastro Assaggiatore Oscar Sperindio Il Baccanale Romano nella degustazione di febbraio ha reso omaggio a due vitigni e vini campani, il Pallagrello e il Casavecchia. C'è un rinnovato interesse verso le numerose varietà autoctone che stanno risalendo la china: prima ci siamo in qualche modo dovuti emancipare attraverso i vitigni internazionali e ora finalmente possiamo, da pochissimi anni, dedicarci alla riscoperta dei numerosissimi vitigni nostrani rimasti nell'ombra fino a ieri. Solo nella Campania ce ne sono più di 100, più che in tutta la Francia. Parlare di pallagrello e di casavecchia vuol dire far riferimento ad un piccolo territorio a nord di Caserta che fa parte di quella che un tempo veniva chiamata terra di lavoro. Plinio il Vecchio fu il primo a parlare della bontà dei suoi vini nella Naturalis Historia: ne tesseva le lodi dicendo che la Campania aveva fatto salire il pregio di alcuni vini, il caulino e il trebulanum. Quest'ultimo è stato avvicinato da alcuni al casavecchia in quanto Plinio faceva riferimento al trebulanum come vino che veniva prodotto nel quadrilatero Pontelatone, Formicola, Castel di Sasso e Liberi. La zona era conosciuta per il centro prima sannitico e poi romano di Trebula, l'attuale Treglia, meta spesso di visite ad amici da parte di Cicerone. Il Trebulanum era il vino dei soldati. Non ci sono comunque conoscenze certe sull'origine del Casavecchia, esiste solo una leggenda tramandata tra i contadini che ne fa risalire la scoperta in un vecchio rudere 'a casa vecchia. Lì fu rinvenuto agli inizi del '900 un vecchio ceppo di circa 1 metro di diametro sopravvissuto alle epidemie di oidio e fillossera dell'800. La propagazione avvenne attraverso il taglio e l'impianto di talee e l'antico metodo della propaggine, descritto anticamente da Columella, che prevede l'interramento di un tralcio finchè non sviluppa radici proprie.
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