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il Montepulciano d'Abruzzo
a cura del Baccanale Romano
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Sinonimi: Montepulciano d'Abruzzo, Uva abruzzese, Cordisco, Sangiovese cardisco.
Cenni Storici: vitigno dalle origini incerte, sembra che provenga dalla zona di Montepulciano in provincia di Siena.
E' largamente diffuso in tutta l'Italia centro-meridionale.
Caratteri Ampelografici: foglia media, pentagonale, pentalobata - grappolo medio, conico-cilindrico, compatto con una o due ali - acino medio, sub-ovale con buccia pruinosa, spessa, consistente di colore nero-viola.
La pianta è soggetta all'acinellatura verde.
Maturazione: tardiva
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Per gentile concessione © Vivai Cooperativi Rauscedo |
Vigoria: media
Caratteristiche del vino: se ne ricava un vino rosso rubino intenso, mediamente tannico e alcolico, buon corpo e adatto all'invecchiamento.
Largamente diffuso nell'Italia centrale, rientra in molte DOC come Lacrima di Morro D'Alba, Rosso Conero, Rosso Piceno, Colli Amerini, Rosso Orvietano, Montepulciano d'Abruzzo, Controguerra, Biferno e nella DOCG Torgiano Riserva.
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wine corner by Tito Marotta Un amico vi racconta il Baccanale
Dopo il Verdicchio della volta scorsa, quale altro vitigno, giustamente rivalutato e degno "compare" di sventure, poteva essere proposto in logica successione se non il "Montepulciano d'Abruzzo"?
Siamo o non siamo i "carbonari del vino"? Sarà stata la particolare affinità con questo vino del nostro Oscar, o soprattutto il suo recente soggiorno in loco, che abbiamo tutti quanti avuto la percezione di sentire il clima, anzi, le differenti condizioni climatiche delle diverse zone delle quali i quattro esemplari in degustazione sono gli opportuni testimoni, un virtuale viaggio enologico, peraltro corredato da un accorto servizio fotografico.
Ma, a parte l'accorata facondia del nostro amico-relatore, ho il dovere di aggiungere qualcosa su questa regione d'Italia, un dato oggettivo che bisogna considerare per apprezzare ancora di più quei produttori che, controcorrente, hanno puntato tutto sulla qualità.
Dalla metà degli anni 90, la Regione Abruzzo, tramite l'Unione Europea, ha erogato cospicui contributi a fondo perduto per l'impianto viticolo senza porre alcun vincolo sulla scelta dei terreni, tantomeno dei cloni. Immediata è stata la corsa all'espianto di frutta e verdura per vitare quanta più terra possibile. Fantascienza sarebbe stata un'accurata ricerca, magari coadiuvata dalla locale università, ma il problema delle università è un'altra storia.
Il caso ha voluto, poi, che quegli anni abbiano segnato anche il boom commerciale del vino in bottiglia, quindi, quale opportunità migliore per scegliere piante ed impianti che producessero un volume impressionante di vino da Montepulciano. Si è passati, quindi, da un'emigrazione verso nord del buon prodotto, altra triste vicenda storica della regione, a dover gestire un quantitativo di liquido vinoso che doveva avere per forza di cose un prezzo basso al fine di essere commercializzato. Molti hanno ritenuto opportuno vendere il vino alle cantine ed altrettanti venderlo come mosto concentrato, ottenendo un prezzo di gran lunga superiore, magari stoccandolo per avere ulteriori contributi comunitari.
Il resto lo conosciamo tutti ma solo alcuni e, nel nostro caso, noi che eravamo presenti al Baccanale, possono affermare che il Montepulciano, anche se l'etimologia del nome non è ben chiara, può produrre grandi, grandissimi vini di territorio.
Intelligentissima la successione logica dei campioni in degustazione, dal veramente tipico Cerano di Pietrantonj, forse un po' scollegato, vuoi per un'annata assolutamente calda, vuoi per la ricerca stilistica di protrarre la vendemmia fino all'inverosimile, nell'intenzione di completare maturità fenoliche oltre a quelle alcooliche già, quindi, molto avanzate. In successione, poi, due vini che è stato piacevole sentir citare da Daniele Cernilli, due giorni dopo, all'assegnazione del prestigioso premio massimo della famosa guida del Gambero Rosso, San Calisto 2005 e Zanna Riserva 2003, fantastici entrambi, forse il primo senza quella passione che nel secondo, invece, ha fatto sì che non ne sia rimasta neanche una goccia nei bicchieri di tutti quanti. E per finire, l'apoteosi, sarà perché Oscar e Larry avranno fatto gli occhi dolci alla contitolare della cantina per ottenere l'annata 2000 del Margae del Feuduccio: meraviglioso, emozionarsi con un rosso senza scomodare Bordeaux, ovviamente senza dover spendere le cifre per uno Château d'annata.
Concludendo, non me ne voglia Rocco, con le materie prime a disposizione, non è riuscito a reggere il passo dei protagonisti della serata, anche se la zuppa di fagioli era veramente notevole!
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Zuppa di fagioli
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Tonnarelli al ragù di cinghiale
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wine tasting di Ciccio Cardelli |
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© http://www.amalteaedizioni.it
La meravigliosa storia del Montepulciano d'Abruzzo
di Franco Cercone
Amaltea Edizioni
via Italica, 124 - 67030 Corfinio AQ
tel/fax 0864 728417
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