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Un tram chiamato Baccanale
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Tutti a bordo!
Da Porta Maggiore alla Piramide Cestia, in giro per la Capitale
con lo storico e suggestivo tram ristorante.
Un "binario enogastronomico" in compagnia dei Carbonari del buon bere,
a cena davanti al Colosseo per raccontare i vini della cantina
Casale Certosa insieme ai fratelli Antonio e Fausto Cosmi.
Indispensabile la prenotazione, posti limitati.
Ingresso riservato agli associati di Vino in Rete, vecchi e nuovi.
Quota di partecipazione 35 euro
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IL menù di Rocco
- Mousse di mozzarella di bufala Dop con calamari al forno
- Tonnarelli ai carciofi profumati alla menta romana
- Brasato di maiale con Luperco
- Affogato di Pesche all'Alborea
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wine corner by Tito Marotta Un carbonaro vi racconta il Baccanale
Ed eccoci salire nuovamente sul "tram" per una nuova corsa, pronti a staccare il biglietto per un percorso enogastronomico lungo le strade più belle della Città eterna. Questa volta, complice il vertice F.A.O., la sosta è stata alle spalle di Villa Borghese, di fronte la Galleria di Arte Moderna. Era anche la festa dell'Arma dei Carabinieri e, a un certo punto della cena, siamo stati omaggiati anche dal passaggio di tutto il Reggimento a Cavallo che, con i loro pennacchi rosso e blu, sugli splendidi cavalli lipizani, ci ha rivolto un saluto compiacente e Noi, alla Benemerita, abbiamo levato i calici in un patriottico e referente brindisi.
Ma torniamo al nostro viaggio virtuale: questa volta siamo rimasti nel Lazio, appena fuori Roma, pochi i metri sul livello del mare, tanta, tantissima, la passione e la perizia dei fratelli Cosmi di CASALE CERTOSA. Abbiamo degustato i loro vini, soprattutto abbiamo celebrato la terra che li produce e che, per proprietà riflessive, ci ospita. Un impegno coraggioso quello di Antonio e Fausto Cosmi, volto a smuovere i paletti che relegano il vino laziale alla massificazione della produzione e la sua conseguente scarsa caratterizzazione. Si è parlato di coltura biologica e di inerbimento dei filari, della bassa resa e dei sesti d'impianto, di terra morbida e ricca di microrganismi, ma anche di tecniche all'avanguardia per tutto il comparto. Tante parole e con un unico fine, diffondere la consapevolezza che solo una terra viva, amata prima di tutto, senza l'uso di fitofarmaci e altri prodotti chimici, possa provvedere da sola a sviluppare quelle autodifese ad ogni sorta di parassita o malattia. Senza scomodare antroposofie di stampo Steineriano, leggasi "biodinamica", il prodotto che in finale abbiamo degustato ne è stata la riprova. Una su tutte è stata la straordinaria esperienza vissuta degustando una rara malvasia puntinata in purezza. Non dimentichiamo che questo delicato vitigno dovrebbe rappresentare la forza dell'arciconosciuto vino di Frascati, ma, ahimè, a causa della sua difficoltà d'allevamento, produttori più inclini alla quantità che alla qualità, optano per altre quanto insignificanti malvasie. Interessante il grechetto e splendido, quanto elegante e caratteristico, l'ormai noto Luperco a base di uve merlot e cabernet sauvignon. Infine l'Alborea, un blend di malvasia puntinata e grechetto, dall'equilibrio d'estratto affascinante e sorprendente, uno di quei bianchi da lungo invecchiamento, con l'unica nota dolente che…è troppo buono anche subito!
Per finire, solo due parole sulla cucina del nostro chef Rocco, ha voluto esaltare i vini in degustazione con azzardi gastronomici sorprendentemente riusciti, mousse di bufala con gamberi e grechetto, tonnarelli ai carciofi e malvasia, forse un po' meno per il dessert, per quanto ottimo l'affogato alle pesche, ha un po' svilito la grandezza dell'Alborea. L'Azienda, infatti, non produce un vino "da dolce" ma "di dolce" eravamo già tutti empi per l'ennesima fantastica serata che abbiamo vissuto Noi di Vinoinrete.
Tito Marotta
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wine tasting di Ciccio Cardelli |
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