La prima DOC che incontriamo è la LISON-PRAMAGGIORE che è una doc interregionale condivisa con il Veneto, ma subito dopo c’è la DOC più grande, la FRIULI GRAVE, dove "grave" è la definizione data al terreno ricco di scheletro attraversato dal fiume Tagliamento. C’è similitudine con una sottozona bordolese, la Graves, segnata dalla presenza dei fiumi Gironda e Garonna. Al contrario di Bordeaux dove si è orientati verso una produzione di vini rossi, il Friuli è un grande serbatoio di produzione di vini bianchi di altissima qualità. In questa zona c'è la sede di uno dei più importanti centri mondiali di sperimentazione e produzione di barbatelle da innesto, Rauscedo.
Le DOC LATISANA e AQUILIEIA si sono affrancate dalla GRAVE probabilmente per motivi turistici
in quanto non si differenziano particolarmente come territori e vitigni ma costituiscono un’ulteriore indotto per
lidi balneari e siti archeologici.
Le DOC COLLIO, COLLI ORIENTALI DEL FRIULI, FRIULI ISONZO, CARSO sono divise
solamente per motivi storici e non geografici, in quanto prima della Iª Guerra Mondiale qui correva il confine
tra l’Italia e l’Austria. Qui c’è assoluto livello per vini CHARDONNAY, SAUVIGNON, PINOT BIANCO del COLLIO e dei COLLI ORIENTALI DEL FRIULI, ma anche la presenza di vitigni autoctoni quali RIBOLLA
GIALLA e PICOLÍT. Da quest’ultimo si ottiene un vino dolce e la sua particolarità è che il suo grappolo è
affetto da aborto floreale (acinellatura), nel senso che numerose bacche non sostengono l’allegagione e restano nello stato di fiore e quelle che maturano hanno un contenuto maggiorato di sostanze. La sua diffusione è principalmente dovuta all’opera di Nonino che ha prodotto prima una grappa e ha così
sdoganato questo vitigno.
Dal gennaio del 2006 (cfr. GU n.4 del 5-1-2006) questo vino si fregia finalmente della fascetta DOCG, nelle versioni COLLI ORIENTALI DEL FRIULI "PICOLIT" BIANCO (Picolit 85% min., altri vitigni ammessi FVG max 15%, escluso Traminer aromatico 15% min. 40q/ha max) e COLLI ORIENTALI DEL FRIULI "PICOLIT-CIALLA" BIANCO (Picolit 100%, «Riserva» se sottoposto ad un invecchiamento non inferiore a 4 anni a decorrere dal 1°novembre dell’annata di produzione delle uve).
Un altro vitigno importante è il VERDUZZO FRIULANO che troviamo nella DOCG RAMANDOLO, la prima DOCG della regione che si è affrancata dalla DOC COLLI ORIENTALI DEL FRIULI per la produzione di questo vino ottenuto in parte da uve surmaturate ed in parte da uve appassite.
Il Friuli Venezia Giulia ha
una produzione di bianchi pregiati assolutamente inarrivabili anche
per la sua posizione geografica, in quanto il mare Adriatico ha
una funzione mitigatrice del clima ma la latitudine offre giornate
calde e notti molto fredde. Si hanno così notevoli profumi ma anche
grandi strutture con un corpo deciso ed un piacevole corredo di
morbidezza.
Scendendo un po’ a sud si giunge alla DOC ISONZO, forse la zona di migliore produzione di vini
rossi, dove si fa anche buon uso della barrique, ma anche di produzione di vini bianchi. Il vino rosso beneficia del terreno argilloso, che in questa zona si
chiama ponca, molto simile al Galestro della Toscana.
Un’altra DOC è la CARSO con tutti i vitigni internazionali più alcuni autoctoni come la MALVASIA
ISTRIANA, la VITOVSKA, il REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO ed il TERRANO (della famiglia dei refoschi), che dà un vino di buona acidità con una tannicità un po’ aggressiva da abbinare a pietanze
abbastanza grasse.
Di recente creazione è la DOC ANNIA, 180 ettari di terreni sabbioso-argillosi, ricchi di sali minerali, nella zona della laguna di Marano, dove si producono alcune interessanti versioni frizzanti del Rosato, vini bianchi con CHARDONNAY, MALVASIA ISTRIANA, PINOT BIANCO e VERDUZZO, e spumanti brut o demi-sec a base CHARDONNAY o PINOT BIANCO .
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