I tabacchi attualmente coltivati in Italia appartengono tutti alla
Nicotiana tabacum (fino a pochi anni fa veniva coltivato il Brasile selvaggio, appartenente alla
Nicotiana rustica), e sono rappresentate da 13 tipi appartenenti a tutte le classi varietali.
I raggruppamenti varietali dei tabacchi sono i seguenti:
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Flue cured - tabacchi curati ad aria calda
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Light air cured - tabacchi leggeri curati ad aria
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Dark air cured - tabacchi scuri
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Sun cured - tabacchi curati al sole
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Fire cured - tabacchi curati a fuoco
Produzione 1995 per raggruppamenti varietali | tonnellate | % |
Flue cured | 46.296 | 37,2 |
Light air cured | 44.023 | 35,4 |
Dark air cured | 16.941 | 13,6 |
Sun cured | 11.083 | 8,9 |
Fire cured | 6.149 | 4,9 |
TOTALE ITALIA | 124.492 | 100 |
La varietà
Flue cured (Bright) ha caratteristiche aromatiche simili al tabacco importato dagli Stati Uniti. Costituisce oltre un terzo di tutta la produzione nazionale di tabacco greggio.
Il Light air cured (Burley, Maryland, Badischer Burley) si è affermato come il tabacco italiano più esportato, con quote che, in alcuni anni, hanno superato i due terzi dell'intera esportazione di tabacco greggio nazionale.
I Dark air cured (Badischer Geudertheimer, Havanna, Paraguay, Beneventano) vengono utilizzati per la produzione di trinciato per sigarette scure e per pipa, e come ripieno per sigari di tipo Avana. Il Paraguay viene utilizzato anche nella preparazione dei tabacchi da mastico.
I Sun cured (tabacchi levantini o orientali: Xanthi, Perustitza, Erzegovina, Samsun) sono tabacchi denominati "caratterizzanti", in quanto conferiscono alla miscela in cui entrano a far parte, un gusto ed un aroma caratteristici.
Ai Fire cured appartiene il Kentucky, un tabacco particolarmente adatto per la fabbricazione di sigari scuri (sigaro toscano).
Il Kentucky proveniente da alcune zone tipiche italiane può con ragione essere considerato tra il migliore del mondo per elasticità, gusto, aroma e combustibilità, ed inoltre spesso preferito per la sua minore aggressività e gusto molto dolce in relazione allo stesso tipo proveniente dalle zone di origine Nord americana.
Il clima è uno dei fattori fondamentali che incide sul tipo merceologico e sulla qualità del tabacco.
Quando si è trattato di introdurre nuovi tabacchi nel nostro Paese, l'elemento cui è venuto dare maggiore importanza è stata la temperatura, cosicchè venne preferito il Sud dell'Italia più prossimo come latitudine agli Stati americani dei tabacchi Kentucky, Virginia e Burley.
Tuttavia tali tabacchi difettavano del fondamentale requisito della combustibilità. Approfondimenti successivi fecero notare che un buon tabacco combustibile appariva sempre legato ad una piovosità abbondante e ben distribuita durante la fase vegetativa ed in particolare durante il periodo di rapido accrescimento della pianta, quando il fabbisogno idrico diventava imponente.
In definitiva i tabacchi più combustibili si hanno dalle località dove cade la maggior quantità di pioggia, distribuita anche entro un maggior numero di giorni. E se alla maggiore umidità atmosferica si congiunge una temperatura elevata, i tabacchi risultano anche aromatici.
"Una produzione di tabacco più combustibile porrebbe l'Italia in una posizione di vantaggio in quanto, altrove sembra essere accaduto il contrario. Il cambiamento del clima, che è ritenuto un fatto planetario, non opera dovunque alla stessa maniera. Ad esempio, pare che negli stati tabacchicoli del Nord America si siano ridotte sia le precipitazioni che l'umidità relativa dell'aria, con conseguenze sulla qualità dei tabacchi che è divenuta meno stabile del passato" (fonte Francesco Testa:"I principi della produzione del tabacco").
Tuttavia negli ultimi anni la coltura del tabacco in Italia ha avuto una costante crisi.
La ragioni principali sono:
- Immissione di nuove varietà e linee di tabacco
- Abolizione del Monopolio di Stato (in quanto se per un verso sono cessati la fiscalità ed i controlli sulle coltivazioni, dall'altra parte sono venute meno anche due funzioni estremamente positive, quali la produzione del seme e l'assistenza tecnica, che concorrevano ad una migliore qualità del prodotto)
- Politica dei prezzi CEE che non favorisce la qualità del prodotto
- Continuo evolversi del gusto dei fumatori italiani (che un tempo preferivano i tabacchi nazionali per lo più scuri, mentre, a seguito dell'immissione di crescenti quantità di sigarette straniere, hanno cominciato a gustare i tabacchi americani o le miscele di sigarette nord-europee, con evidenti conseguenze negative sulla domanda dei tabacchi nazionali)
- Consistente diminuzione dei consumi di tabacco (sia a livello mondiale che nazionale, soprattutto a causa dei problemi tabacco-salute)
- Caduta delle quotazioni del dollaro
Il tabacco Kentucky
E' un tabacco derivato, per ibridazione e selezione, dal tipo flue-cured nordamericano. E' un tabacco scuro appartenente alla classe dei fire-cured, i tabacchi curati a fuoco diretto, da legni speciali il cui fumo penetra lentamente nelle cellule delle foglie del tabacco, conferendo uno specifico aroma al tabacco curato le cui foglie assumono un colore dal marrone al marrone scuro, fino al nero.
La varietà Kentucky, inizialmente utilizzata come prodotto da mastico e successivamente nelle sigarette "forti", viene coltivata negli Stati Uniti (Kentucky, Virginia, Tennessee) e nel Messico, in molti Stati dell'Africa (Malawi, Tanzania, Kenya, Zaire, Sierra Leone, Mali), in Europa (Polonia, Italia). I tabacchi fire-cured costituiscono circa l'1% dei tabacchi prodotti nel mondo.
In Italia il tabacco Kentucky è una delle varietà americane di più antica introduzione. Venne dapprima importato agli inizi del 1800 dagli Stati Uniti, per il confezionamento del sigaro Toscano, successivamente fu iniziata la sua coltivazione a titolo sperimentale a partire dal 1850. Le ibridazioni con alcune varietà locali e gli adattamenti all'ambiente hanno portato alla costituzione di un tabacco Kentucky molto ben caratterizzato.
Caratteristiche botaniche e morfologiche
Il Kentucky è una pianta di grande sviluppo, alta fino a 2 metri, a fusto vigoroso e internodi brevi, con 18-20 ampie foglie, lanceolate, di colore verde scuro. In normali condizioni di coltivazione, il Kentucky è una pianta rigogliosa, di forma cilindrica o conica, alta in media tra 180 e 200 cm, con 24-28 foglie utili. Le foglie sono ovate alla base della pianta, lanceolate in cima, di colore verde carico. Le foglie hanno grande sviluppo, lunghe in media 70-80 cm e larghe 40-50 cm, ricche di resine. La costola della foglia e le nervature sono piuttosto pronunciate, con tessuto tendente al sostanzioso, e con infiorescenza aperta e corolla rosea. Il frutto è una capsula contenente circa 3.500 semi.
Zone di coltivazione
La coltivazione del Kentucky ha raggiunto il massimo intorno alla metà degli anni '80, quando la produzione ha superato le 12.000 tonnellate; successivamente, per il calo del consumo dei sigari e per la minore richiesta dell'industria manifatturiera, e per le modifiche apportate dalla Comunità europea (gruppi varietali e quote massime garantite), la produzione si è ridotta di circa la metà, mantenendo comunque una sostanziale stabilità negli ultimi anni. La produzione del Kentucky costituisce attualmente circa il 5% del totale dei tabacchi coltivati in Italia. La Campania è la regione dove si concentra quasi la metà dell'intera produzione del tabacco Kentucky, soprattutto nella provincia di Benevento (il 45% della produzione nazionale). Viene coltivato anche in Toscana, Veneto, Lazio e Umbria.
Semenzaio
Il numero di semi per grammo è 13-14.000 circa. La semina si effettua in febbraio-marzo, usando 0,20 g di seme per metro quadrato di semenzaio. Da una superficie di 60 mq di semenzaio si ottengono piantine sufficienti per un ettaro di coltura. Le cure nel semenzaio consistono in frequenti irrigazioni, diradamento delle piantine, diserbo e difesa da parassiti animali e vegetali, soprattutto dalla muffa blu (peronospora).
Terreno e fertilizzazione
Il Kentucky predilige terreni profondi, freschi, di medio impasto, naturalmente fertili e ricchi di sostanza organica. I terreni troppo sciolti e sabbiosi danno un prodotto di tessuto magro, quelli troppo argillosi e permeabili all'acqua forniscono tabacchi con tessuto ordinario e grossolano. Le concimazioni organiche, eseguite in autunno, non superano i 100 quintali per ettaro. I concimi minerali sono somministrati in primavera, in quantità orientative intorno ai 150 kg di azoto per ettaro, e quantità analoghe di anidride fosforica e ossido di potassio.
Densita' della coltura
Il trapianto, effettuato con piantine che nel semenzaio hanno raggiunto l'altezza di 10-15 cm, si effettua tra maggio e giugno, con distanze di circa 90 x 90 cm. Le normali condizioni di produzione richiedono una compattezza variabile in media da 10.000 a 12.000 piante per ettaro, pari a circa 100.000 foglie per ettaro.
Pratiche colturali
Il Kentucky richiede operazioni di rincalzatura delle piante, concimazioni in copertura e irrigazione di soccorso, effettuata soprattutto durante la fase di maturazione delle foglie, ed eliminazione delle foglie più basse a contatto col terreno (sbranciolatura). Viene effettuata cimatura da 14 a 20 foglie utili per la pianta, con eliminazione del bottone fiorale e delle foglie più alte. Si ottiene un aumento della superficie fogliare, specie delle foglie apicali, e un tessuto fogliare più sostanzioso ed elastico. Successivamente si eliminano i germogli ascellari che si formano (operazione di scacchiatura), con uno o due trattamenti con prodotti antigermoglianti di contatto e sistemici.
Raccolta
La maturazione delle foglie si raggiunge 40-50 giorni dopo la cimatura, avviene dal basso (foglie basilari) verso l'alto (foglie mediane e apicali), e comporta uno schiarimento del colore e la comparsa di macchie giallo-verdastre. La raccolta viene effettuata in foglie, staccando le foglie dal fusto 2-3 per volta. La raccolta a piante intere o mista si effettua raramente. Le foglie raccolte vengono infilzate e portate nei locali di cura. La resa di prodotto verde, in condizioni normali, varia in media da 1.500 a 2.100 kg per ettaro.
Cura a fuoco diretto
I locali per la cura sono dotati di sistemi di "stendaggio" per le filze di foglie, e di prese d'aria per la regolazione dell'umidità durante la cura. Le fasi della cura determinano mutamenti di colore delle foglie e del loro stato fisico, mediante opportune gradazioni di temperatura regolabili col fuoco. Si distinguono 4 fasi: ingiallimento, ammarronamento, essiccazione della lamina fogliare, essiccazione della costola.
Nella fase di ingiallimento le foglie sono poste in locali chiusi per alcuni giorni a temperatura ambiente, senza fuoco. Nella fase di ammarronamento, quando il tabacco ha assunto in gran parte il colore giallo, si accendono i fuochi con legna secca di essenza forte (faggio, leccio, quercia e simili) ottenendo fumo senza fiamma. La temperature resta a 28-30 C per un giorno, e portata a 38-40 C in 4-5 giorni, eliminando dai locali l'umidità che si forma.
Nella fase di essiccamento della lamina fogliare, quando il tabacco è completamente marrone, la temperatura viene portata a 45-50 C, attivando i processi di fermentazioni in massa che conferiscono profumo e aroma al tabacco. Opportuni controlli dell'umidità evitano fenomeni di surriscaldamento delle foglie che le renderebbero inutilizzabili. Il fumo in questa fase rende le foglie lucenti e di tessuto compatto.
Nella fase successiva, di essiccamento della costola, della durata di circa tre giorni, la lamina fogliare diventa vitrea e fragile al tatto: il fuoco viene spento e si attende che la foglia torni morbida e pastosa. Il fuoco viene di nuovo acceso per portare gradualmente la temperatura fino a 50 C e riottenere una lamina di nuovo vitrea.
L'operazione finale, di rinvincidimento, permette col riassorbimento dell'umidità, di ottenere di nuovo la consistenza pastosa della foglia. Le operazioni di fuoco e quest'ultima, alternate, portano la costola e la lamina a un colore marrone uniforme, elastica e morbida.
In totale il processo di cura dura da 15 a 20 giorni, con un consumo di legna di circa 50 kg per quintale di tabacco verde da curare.
Allestimento del prodotto e l'impiego
Le foglie curate del Kentucky sono ampie, gommose, lucide di colore marrone, elastiche e resistenti; l'alto contenuto in nicotina (3-6%) conferisce gusto e aroma intensi. Le foglie curate vengono presentate in manocchi, e condizionati generalmente in ballotti. Nella fase di lavorazione pre-manifatturiera le foglie sono separate per gradi d'impiego (fascia, ripieno e trinciati). Il Kentucky per fascia da sigari presenta foglie ben curate e stagionate, di colore marrone scuro, con tessuto sostanzioso e ricco di resine, di buona combustibilità. Il Kentucky è impiegato prevalentemente per il confezionamento dei sigari Toscani (fascia e ripieno), in misura minore nei trinciati da pipa e in alcuni tipi di sigarette.